Cue Press, l’editoria digitale è un business da primo premio

Federico Spadoni, «La Voce».

I migliori per sostenibilità del progetto, carattere innovativo e fattibilità. Così Cue Press si aggiudica il premio Impresa Creativa, il concorso orientato a sviluppare e favorire la nascita di startup. Tra le dieci idee imprenditoriali selezionate al termine di un percorso formativo di sviluppo, il progetto imolese pensato da Mattia Visani è stato selezionato fra i tre modelli di business più innovativi, ottenendo il premio di cinquemila euro. Di Cue Press si è già parlato. Cue in inglese significa «battuta d’entrata, attacco, suggerimento, imbeccata». E come tale entra nel mondo dell’editoria teatrale cercando di sconvolgerla.

Nasce alla fine del 2012. Visani, ultimo autore della Ubulibri di Franco Quadri, la fonda prima come associazione culturale, per mutarla poi nella prima casa editrice digitale italiana interamente dedicata alle arti dello spettacolo. Di recente ha inaugurato il sito internet www.cuepress.com, che vede impegnati una decina di collaboratori. «Più che un progetto avviato, possiamo dire che è operativo – spiega Visani –, speriamo di trovare sul territorio un terreno fertile per avviarlo nella maniera e nelle dimensioni che ci aspettiamo».

L’auspicio poggia sui riscontri più che positivi ottenuti fin dai primi momenti, con il riconoscimento del Premio Hystrio Anct (Associazione nazionale critici di teatro) che ha portato l’idea in finale, e la prima pubblicazione in Italia di Visita al padre di Roland Schimmelpfennig a concorrere al Premio Ubu come migliore novità straniera. Libri digitali, ebook e formati cartacei on demand, con distribuzione in 50 paesi. Sono queste le prospettive che hanno sbaragliato un settore di nicchia, vale a dire quello dell’editoria dedicata alle arti e allo spettacolo che, spiega Visani, «soffriva di un grande vuoto che noi abbiamo cercato di colmare». Come? «Sulla base delle nuove tecnologie e dei nuovi modelli editoriali, consci del fatto che i vecchi sistemi di settore non funzionavano più». Colpa anche del sistema stesso, sostiene l’editore, se si è arrivati a un punto di collasso: «Era troppo forte il legame con modelli stantii e lontani dalle nuove forme. Che si è sommato a una crisi distributiva, economica e di idee». «Noi almeno – sostiene convinto Visani – la crisi di idee possiamo tentare di colmarla». Anticipa quindi le prossime: «Ci muoveremo anche verso il cinema e la musicologia. Siamo i primi in Italia ad applicare nuovi modelli editoriali legati a nuove tecnologie a un’editoria di settore. Naturalmente ci rivolgiamo in prima battuta al teatro perché il mio percorso è nato in questa disciplina».

Così come la distribuzione, che nel progetto di Cue Press ha in serbo importanti novità, sulle quali però Visani mantiene il più stretto riserbo. «Sono canali di vendita assolutamente nuovi, forse saremo i primi in Europa, coinvolgendo anche grandi teatri». Infine, «ci muoveremo anche su testi multilingue».

Ormai superato il libro, inteso come oggetto. Benvenuti – se ancora non ve ne foste accorti – nell’era digitale, e al libro come ‘pro-getto’, per raggiungere il lettore alla velocità di un clic.